immagine che rappresenta la formula chimica del ruxolitinib

Ruxolitinib: un farmaco contro l’alopecia areata

Il ruxolitinib è un principio attivo approvato da non molto tempo dalla FDA americana. Usato sopratutto per la cura di certi tumori, si è rivelato molto efficace anche per curare l’alopecia areata, cioè la perdita di capelli a chiazze.

In questo articolo cercheremo di capire meglio come funziona questo farmaco, quali sono i suoi effetti e i suoi risultati, oltre che anche le sue possibili controindicazioni. Continuate a leggere per scoprire tutto ciò che serve sapere!

Indice dell’articolo


  1. Cos’è il ruxolitinib?
  2. L’efficacia del ruxolitibin contro l’alopecia areata
  3. Gli effetti collaterali del ruxolitinib
  4. Conclusioni

Cos’è il ruxolitinib?


Il ruxolitinib è un principio attivo approvato nel 2014 dalla Food and Drugs Administration americana, usato, in genere, per il trattamento dei tumori al sangue. Il farmaco derivato, è stato messo in commercio con il nome di Jakavi®.

Lo scopo principale di questo principio attivo è quello di inibire i sistemi di comunicazione tra le cellule, impedendo che queste si possano moltiplicare in maniera incontrollata. In seguito, però, si è scoperto che uno degli effetti collaterali che questo farmaco causava era la ricrescita dei capelli nei pazienti che erano colpiti da alopecia areata.

Da quel momento in poi, si è cominciato a pensare a tale farmaco come un possibile rimedio per questa forma di calvizie, la quale è diversa da quella comune di cui soffre la maggior parte degli uomini e delle donne.

L’efficacia del ruxolitinib sull’alopecia areata


I ricercatori del Columbia University Medical Center (CUMC) sono riusciti a identificare le cellule immunitarie che sono le responsabili della distruzione dei follicoli piliferi. In seguito, hanno cercato un principio attivo che fosse in grado di sopprimere le cellule immunitarie responsabili della caduta dei capelli, favorendo quindi una ricrescita della chioma.

Questo principio attivo, si trova nel ruxolitinib, il quale è stato testato da diversi pazienti che soffrivano di alopecia areata e risultati sono stati davvero molto buoni. Infatti, il Dr. Raphael Clynes che ha guidato la ricerca insieme alla Angela M. Christiano, professore del Dipartimento di Dermatologia e di Genetica e Sviluppo di CUMC, ha detto:

«se il farmaco continua ad avere questo successo e risulta sicuro, avrà un eccezionale impatto positivo sulla vita delle persone che sono affette da questa malattia».

Come agisce il ruxolitinib contro l’alopecia?

La ricerca è iniziata con alcuni test effettuati sugli animali. Grazie a loro, si è potuto prima identificare e, dopo, anche studiare la serie specifica delle cellule responsabili dell’attacco ai follicoli dei capelli: le cellule T. Approfondendo lo studio sulle cellule, i ricercatori hanno anche scoperto alcuni inibitori delle Jak, che sono in grado di fermare l’attività di distruzione delle cellule.

Questi inibitori sono due: ruxolitinib e tofacitinib. I topi affetti da alopecia che hanno assunto questi farmaci, hanno reagito in maniera ottima. Infatti, dopo circa 12 settimane non solo la caduta era bloccata, ma i nuovi peli sono durati anche molti mesi dopo la fine del trattamento con il farmaco.

La sperimentazione del ruxolitinib sugli uomini

In un secondo tempo, si è voluto valutare l’effetto e l’efficacia del ruxolitinib anche sulle persone. Il Dr. Julian Mackay-Wiggan, direttore dell’Unità di ricerca Clinica presso il Dipartimento di Dermatologia del CUMC, con il suo staff di ricercatori, hanno testato il farmaco su dei pazienti che soffrivano di un alopecia che avesse causato loro oltre il 30% di perdita di capelli.

Alcuni partecipanti, hanno ottenuto dei risultati fantastici. Il ruxolitinib è stato in grado di stimolare la ricrescita dei capelli in 4 o 5 mesi. Le cellule T, inoltre, responsabili dell’attacco ai follicoli piliferi, erano scomparse dal cuoio capelluto. I risultati sono stati così incoraggianti che il Dr. Clynes ha affermato:

«abbiamo ancora bisogno di fare ulteriori test per stabilire se il ruxolitinib possa essere utilizzato nella cura dell’alopecia areata, ma questa è una notizia entusiasmante per i pazienti e i loro medici».

In realtà, l’alopecia areata è una malattia molto sottovalutata e di cui esistono solo due studi poco approfonditi. Il primo riguarda una ragazza adolescente che non aveva capelli, le sopracciglia e i peli delle ascelle.

In questo caso, le sopracciglia sono cresciute e sulla testa è tornato circa il 10% dei capelli. L’altro studio, riguardava invece un uomo di oltre 60 anni. In lui, non c’è stato alcun tipo di ricrescita di peli o di capelli.l'assunzione del ruxolitinib può causare effetti collaterali anche gravi

Gli effetti collaterali del ruxolitinib


In realtà, c’è anche il rovescio della medaglia. Nonostante il ruxolitinib impedisca al sistema immunitario di attaccare i follicoli piliferi, presenta degli effetti collaterali che non bisogna prendere sotto gamba. Più nello specifico, questo farmaco può causare immunodepressione, danni epatici e renali, vertigini, carenza di piastrine e globuli rossi, oltre che tumori e infezioni anche molto gravi.

Il ruxolitinib, inoltre, è efficace solo contro l’alopecia areata, ma non è in grado di fermare la calvizie di tipo androgenetico. Le sue cause, infatti, sono, in genere, di tipo ormonale e/o ereditario. Gli effetti collaterali del ruxolitinib che abbiamo descritto sono molto gravi. Prima di assumerlo, è necessario, infatti, parlare prima con il proprio medico di fiducia

Conclusioni


Il ruxolitinib si è rivelato un farmaco in grado di curare alcune forme di alopecia areata, una forma di calvizie più rara rispetto a quella androgenetica e anche più difficile da curare. Uno studio americano ha però dimostrato che il principio attivo di questo farmaco aveva degli effetti benefici su alcuni pazienti colpiti da questo tipo di alopecia, rendendo possibile una ricrescita completa dei capelli.

Tuttavia, gli effetti collaterali, anche molto gravi, che causa il ruxolitinib, rendono il suo uso molto delicato. Inoltre, non si sa ancora se i suoi benefici durano anche dopo che si è smesso di assumere il farmaco.